In provincia di Rovigo è nato il progetto LUCI – Laboratori urbani per comunità inclusive, un piano che mira a definire processi di coinvolgimento del territorio orientati alla raccolta e alla sistematizzazione di informazioni provenienti dal basso, con lo scopo di contribuire alla definizione di quadri conoscitivi utili a sviluppare politiche concrete di governo del territorio. LUCI coinvolge una fitta rete di Enti del Terzo Settore, come ad esempio diversi circoli Arci della provincia di Rovigo, WWF, UISP, Cantieri Culturali Creativi, oltre all’Università IUAV di Venezia e ad alcune virtuose amministrazioni del territorio.
Attraverso una serie di interventi attivi su quel lembo di terra racchiuso tra i fiumi Adige e Po, sono state raccolte informazioni di carattere percettivo, provenienti dagli utenti della città – i cosiddetti City Users – e dai principali stakeholders. Altro elemento fondamentale è stata l’applicazione della coprogettazione nello sviluppo di queste soluzioni: sono stati coinvolti adulti e bambini, associazioni ambientaliste con a cuore la mobilità lenta ed altre di tipo culturali in eventi che hanno poi prodotto suggerimenti rivolti agli enti locali che insistono sul territorio.
Il Polesine è caratterizzato da condizioni di marginalità e da una cronica arretratezza economica, sociale e culturale rispetto al resto del Veneto, tanto da essere spesso ritenuto e definito come un’“area tangente lo sviluppo” o “zona depressa”. Una descrizione certamente legata a valutazioni principalmente economiche, ma che non tiene conto delle sue caratteristiche naturali e storiche, scenario basilare per lo sviluppo del progetto stesso. Durante le diverse fasi di LUCI, sono stati rintracciati i Beni Comuni distribuiti sul territorio, elevandoli a luoghi resilienti, capaci di adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici, indicando poi azioni specifiche di adattamento e tutela. Come? Per esempio, attraverso gli occhi dei bambini, in uno degli eventi più rappresentativi di LUCI, “Una città a misura di bambino”, sono stati chiamati i più piccoli a pianificare il futuro di Rovigo, il capoluogo del Polesine. Armati di mappa e pennarello hanno tracciato pregi e difetti della propria città, suggerendo espedienti utili a trasformare il dedalo di strade del capoluogo in un luogo più adeguato alla loro dimensione e fornendo così preziose opinioni al team di ricercatori di IUAV coinvolti nel progetto.
Non solo i bambini hanno potuto esprimere il proprio punto di vista. Un altro importante appuntamento è infatti stato “Come cambia la città?”, curato insieme ai volontari di FIAB Rovigo. Gli Amici della Bici hanno potuto discutere insieme ai ricercatori di come un capoluogo di circa 50mila abitanti possa migliorare la propria inclusività proprio attraverso le due ruote.
L’intero percorso di due anni di LUCI è stato raccolto nel libro “Costruire comunità e territori resilienti”, edito da Anteferma, in cui Francesco Musco, direttore della Ricerca per IUAV Venezia, Giorgia Businaro, ideatrice e responsabile del progetto, Denis Maragno, ricercatore in tecnica e pianificazione urbanistica, e Giovanni Litt , Ricercatore sempre di IUAV Venezia, raccontano come si possa produrre inclusione e sviluppare comunità partendo dal basso e dal rispetto del territorio.