di Alberto Lucchin – 29 giugno 2022

Due capitali europee del Volontariato 2024?

 Sia Trento sia Leopoli sono candidate. A dicembre 2022 il verdetto, ma dal Trentino già sale la proposta di una co-programmazione che unisca in un ideale ponte di pace le due città ricche di attivismo civico

Ci sono 1.436 chilometri di distanza fra loro, ma in realtà sono più vicine che mai. Sono Trento e Leopoli, due città accomunate da un obiettivo prestigioso: diventare la Capitale Europea del Volontariato del 2024. Possibilmente insieme.

Trento, la terza città italiana per qualità della vita (secondo l’annuale ricerca svolta da Il Sole24Ore), sfida Leopoli, città patrimonio Unesco e roccaforte della resistenza di un Paese sconvolto da una sanguinosa guerra alle porte dell’Europa. Entrambe le città si sono candidate a Capitale Europea del Volontariato del 2024, un titolo insignito ogni anno dal CEV – Centro Europeo per il Volontariato, organismo che promuove e supporta il volontariato e ha la sua base a Bruxelles, nel cuore dell’Unione Europea. Il titolo in passato è stato riconosciuto a Londra, Košice, Berlino, Padova. L’attuale Capitale è Danzica, importante cittadina polacca che, come raccontato da VDossier, in questo momento sta ricoprendo un ruolo cruciale nella gestione dei rifugiati ucraini. Il prossimo anno sarà il turno della norvegese Trondheim.

Un riconoscimento importante perché le città candidate ottengono una grande visibilità a livello continentale, mettendo così in risalto la qualità del proprio tessuto associativo e dimostrando a tutti la caratura delle proprie reti di volontarie e i volontari, che ogni giorno operano sul territorio per aiutare la comunità. C’è poi un’altra finalità derivante da questa “competizione”: questo concorso stimola altre città europee ad interrogarsi sul ruolo del volontariato nella propria società, ad investire attenzione e risorse per renderlo sempre più legato alla comunità e arrivare dove – spesso – lo Stato non riesce ad arrivare.

Trento e Leopoli, finaliste per ospitare l’edizione 2024, non sono quindi due città qualunque e hanno piccole e grandi cose in comune. Entrambe hanno radici in territorio montano, condividono oltre che gli stessi colori municipali (giallo e blu) altresì un passato austroungarico, ma al di là di questi aspetti identitari entrambe le candidate stanno dando il meglio di sé proprio in termini di volontariato. In Trentino ci sono 419 Enti del Terzo Settore, di cui 63 Onlus, 181 Aps (Associazioni di promozione sociale) e 175 Odv (Organizzazioni di volontariato), da un punto di vista statistico, inoltre si contano due volontari ogni dieci abitanti. Sempre a Trento, in preparazione della candidatura, è stato avviato un percorso partecipato per coinvolgere, dal basso, la cittadinanza.

Leopoli, che prima della guerra aveva già preparato anche la candidatura a European Youth Capital 2024, sta gestendo un fiume di persone in fuga dalle bombe e dalla guerra. In appena un paio di settimane dall’invasione armata della Russia, hanno convertito lo stadio in un centro di accoglienza, centinaia di volontari lavorano nottetempo per raccogliere e distribuire gli aiuti in arrivo dal resto dall’Europa. La candidatura è nata dall’idea di voler mostrare quanto siano capaci i volontari ucraini e come i giovani siano pronti a integrarsi nella comunità di volontariato europea per condividere le loro esperienze e imparare da esse.

Ora, queste due città si dovranno confrontare con il prossimo importante passo della candidatura: la presentazione ufficiale in occasione della visita studio a Danzica il 3 ottobre 2022, il test, più importante in vista della proclamazione del 10 dicembre. In quell’occasione, una giuria di persone legate al mondo del volontariato, del profit e da istituzioni dell’UE esprimerà il proprio parere sulla candidatura ed il progetto a sostegno delle attività da promuovere durante l’anno da Capitale. Trento, sorprendendo tutti, ha proposto con entusiasmo la possibilità di una co-partecipazione.

Tant’è che il sindaco Franco Ianeselli ha rivelato di tifare per Leopoli, promettendo piena collaborazione in caso di ex equo o di secondo posto: “Siamo onorati e orgogliosi di essere stati scelti insieme per questo titolo così importante. Noi naturalmente facciamo il tifo per loro, oggi così in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati. Questa è per noi un’opportunità, un invito a metterci in gioco e a mobilitare le nostre forze migliori per essere di sostegno a una città che, proprio perché è stata toccata marginalmente dal conflitto, è diventata il punto di approdo di tanti ucraini in fuga dalle zone martoriate dai bombardamenti. Possiamo dire – conclude il sindaco – che perdere potrebbe essere l’occasione per crescere, per guardare al di fuori dei nostri confini e coinvolgere il nostro volontariato in una nuova avventura solidale”.

Una targa che ricorda il "motto" della città di Leopoli - Ⓒ albyantoniazzi - flickr.com/photos/smoy/

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