Diffuso, dal basso, radicato, inclusivo, capace di parlare a tutte e a tutti, senza lasciare indietro nessuno. Questo è lo Sport che il Centro Sportivo Italiano promuove, sostiene, cura quotidianamente, al fianco di 12.708 Società sportive e 1.354.072 tesserati, operando su tutto il territorio nazionale grazie alle sue 19 sedi regionali e 134 sedi territoriali.
Presidio di punta del volontariato sportivo, il CSI sta attraversando le sfide comuni a tutto il non profit: prima la pandemia, poi il relativo acuirsi della persistente crisi economica, ora i venti di guerra. In questo scenario così precario, come lo Sport di base può dimostrarsi collante e caposaldo per comunità sempre più impaurite e disgregate? E quale posto oggi può ritagliarsi il volontariato sportivo nell’agenda di una ripresa nazionale o territoriale? E con quale stile?
Per parlare di questi temi, VDossier ha incontrato e intervistato Vittorio Bosio, Presidente Nazionale CSI, Paolo Fasani, Presidente Comitato Regionale CSI Lombardia e Marco Zanatel, Coordinatore Attività Terzo Settore e Cittadinanza Attiva CSI Milano e CSI Lombardia, intervenuti lo scorso 18 ottobre al workshop “Progettare la libertà: lo Sport come diritto… per tutte le abilità“, tenutosi a Bergamo e organizzato da CSI in partnership con LEDHA – Lega per i diritti delle persone con disabilità.