Il piccolo borgo di Stella di Monsampolo del Tronto ci dimostra che le grandi trasformazioni della contemporaneità non passano solo per le metropoli o i grandi snodi urbani. Adagiato lungo la via Salaria, nella fertile valle del Tronto dell’entroterra di Ascoli Piceno, il piccolo paese di tradizione agricola è uno spaccato di mondo, un prisma delle trasformazioni sociali. “A occhio direi che le persone di origine extracomunitaria sono intorno alle 1500 unità su una popolazione di 4800 persone circa”, spiega Simonetta Sgariglia, la presidente di Kairos, odv che da novembre ha attivato “Oratoriolab”, il doposcuola che si tiene nella parrocchia di Maria SS. Madre della Chiesa due volte a settimana, dalle 15 alle 18, fino alla fine dell’anno scolastico.
Negli spazi di Oratoriolab si offrono opportunità di crescita linguistica e culturale rivolte alle famiglie della comunità, italiane e in larga parte, come si diceva, di origine extracomunitaria. Le più numerose sono dall’Albania, dalla Nigeria e dal Marocco. Gli ultimi a stabilirsi nel paese sono stati gli argentini, legati alle Marche da novecentesche relazioni migratorie. A spiegare come Stella di Monsampaolo abbia cambiato profilo demografico e sociale negli ultimi anni è ancora la presidentessa di Kairos, la sua associazione d’altronde grazie alle proprie attività a contatto con le persone è anche un osservatorio capace di percepire in profondità le dinamiche della comunità.
A Stella di Monsampolo del Tronto il vecchio borgo in collina è ormai disabitato, gli abitanti d’una volta se ne sono andati verso i centri urbani in grado di offrire migliori servizi. I valori immobiliari e gli affitti si sono abbassati richiamando i migranti venuti per lavorare nelle imprese agricole o in qualche piccola fabbrica della zona. Qui il contesto è tanto incantevole per morfologia paesaggistica quanto ferito da forme di marginalizzazione estrema, come quella che si addensa lungo la strada diretta verso la costa, la Bonifica, dove la prostituzione è radicata da anni nonostante l’impegno delle associazioni per aiutare le donne coinvolte a uscire dal circuito dello sfruttamento.
“Oggi il paese vive nelle sue frazioni, nelle case coloniche sparse per la campagna dove ognuno conduce la propria esistenza abbastanza isolato. L’oratorio dunque è un punto d’incontro essenziale per la comunità che altrimenti ha poche occasioni di parlare e di conoscersi – spiega Simonetta Sgariglia, che è anche presidente del Collegio garanti del CSV Marche, negli organi sociali appena rinnovati – È nell’oratorio che si tengono i nuovi laboratori del dopo scuola ed è ancora qui che negli anni la nostra associazione Kairos ha preso forma in prima istanza per il supporto delle famiglie. Di quelle stanziali e di quelle che sono via via arrivate”.
Si è iniziato con la distribuzione di beni di prima necessità, poi i servizi prestati sono diventati sempre più articolati. Oggi l’associazione nel proprio indirizzario ne conta 229 supportate che si alternano nella richiesta dei servizi. Ogni settimana si rivolgono agli sportelli dell’odv una settantina di persone, per avere una sponda sulle più differenti questioni, anche di orientamento burocratico e sanitario. L’ultima manifestazione d’impegno sociale è arrivata proprio con Oratoriolab nato, spiega ancora Kairos, per migliorare le strategie di studio, favorire la motivazione e l’autostima, instaurare un buon clima di gruppo, attivare una rete di supporto, promuovere l’integrazione e lo stare bene insieme.
A seguire i bambini e le bambine sono insegnanti che prestano il loro servizio come volontari, docenti in pensione e studenti universitari. Nei laboratori sono state attivate tre classi per l’apprendimento della lingua italiana che vedono la partecipazione di una ventina di persone, soprattutto donne “Dato quest’ultimo importante, perché così dimostrano di voler partecipare alla vita sociale di Stella di Monsampolo del Tronto”, spiega Sgariglia. Ci sono poi i corsi di alfabetizzazione e di fonologia per i bambini di origine straniera e di inglese e matematica per quelli delle medie. E poi laboratori di lettura. Sono in fase di avvio anche ore dedicate all’apprendimento della pittura, dell’informatica e della fotografia.
“Il doposcuola vuole creare spazi fisici ed emotivi positivi che vanno oltre il disbrigo dei compiti scolastici. L’obiettivo è aiutare i bambini e ragazzi a sviluppare competenze cognitive, emotive e relazionali – spiegano gli organizzatori – Tutti sappiamo che una comunità viva e solidale ha bisogno di momenti di confronto, di relazioni positive, di spazi nei quali incontrarsi, di condivisione fraterna da sperimentare, che prescinde anche le condizioni economiche. I ragazzi soprattutto traggono beneficio da questo modo di percepire e vivere la realtà”.
In clima ormai natalizio, Kairos ha allestito un presepe e aperto una casetta nel cuore del paese, che distribuisce doni ai bambini di tutta la comunità raccolti grazie alle donazioni. Si tratta d’un momento d’aggregazione per rendere le tante anime di Stella di Monsampolo del Tronto sempre più coese.