Per stare al passo con i tempi ci vogliono una buona dose di curiosità, capacità di autocritica, voglia di mettersi in discussione. Ma di fronte a cambiamenti epocali e ad avanzamenti tecnologici all’ordine del giorno, la buona volontà spesso non basta. Ecco perché occasioni come quelle offerte dal bando Digitale Sociale, emanato dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale, sono occasioni che se possibile, vanno colte. Perché ci sono ben 15 milioni di euro sul piatto (l’obiettivo è finanziare progetti di innovazione digitale molto grossi, pochi ma buoni) e perché i bisogni in questo ambito sono molteplici, sia dalla parte degli enti non profit che erogano i cosiddetti “servizi”, sia dalla parte dei loro beneficiari, attuali e potenziali.
Alla presentazione online del bando, al quale è possibile concorrere fino al 19 luglio 2024, erano presenti oltre 600 persone, segno dell’interesse allargato rispetto a questo tipo di proposta, che strizza l’occhio al terzo settore con generosità. “Si tratta del sesto bando del Fondo”, ci spiega il suo direttore Giorgio Righetti, “il quale si affianca a quattro già terminati, mentre è in corso uno dedicato alla formazione e orientamento degli studenti delle scuole secondarie verso materie STEM (Polaris) e in fase di valutazione un nuovo percorso di finanziamento specifico sull’intelligenza artificiale sostenuto da Google.org”.
Il curriculum di Righetti ne attesta l’esperienza su entrambi i fronti: quello profit, dove ha lavorato dal 1990 al 2005, “ricoprendo da ultimo l’incarico come CFO di Prada Usa”; quello non profit, intrapreso “per sensibilità sociale, quando sono andato a lavorare come collaboratore da “Rondine Cittadella della Pace”, un’associazione di volontariato in provincia di Arezzo che anima uno studentato internazionale, realtà nata per mettere gli opposti attorno allo stesso tavolo, ad esempio israeliani e palestinesi, ucraini e russi. Ho collaborato con loro per un anno e mezzo occupandomi un po’ di tutto essendo peraltro una piccola organizzazione, quindi dal fundraising, al piano di sviluppo e alle attività di comunicazione”. A gennaio 2007 erano partite le selezioni per condurre la Fondazione con il Sud, vinte da Righetti che ne ha assunto la direzione generale. “Nel frattempo sono entrato nel CdA della Rondine, dove sono rimasto per circa 8 anni come volontario”. Nella Fondazione ha lavorato per 3 anni e mezzo, poi è entrato in Acri (Acri è l’organizzazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio, ndc) e contestualmente nel CdA della Fondazione stessa. Dal 2010 è direttore generale di Acri.
“Acri e il Fondo per la Repubblica Digitale sono in costante collegamento con il Forum del Terzo settore”, puntualizza Righetti, “prima di pubblicare questo bando abbiamo avuto l’accortezza di confrontarci con loro integrando, ove possibile, il loro punto di vista. L’evoluzione della tecnologia, e del digitale all’interno del più ampio ambito della tecnologia, è costante e continuo, posto che permane un gap tra le imprese profit e il mondo non profit, ma il punto è un altro. Come fare per essere sempre al passo? A mio avviso, con due elementi: stimolando il ricambio generazionale e il contatto intergenerazionale, perché le realtà associative sono contraddistinte da una platea “matura” che si ricambia lentamente, posto che essere giovani non sempre vuol dire essere competenti digitali, seppur “nativi”;
accelerando i processi, perché le organizzazioni devono rendere più efficace la loro risposta ai bisogni dei beneficiari, e per farlo devono intervenire con soluzioni innovative anche sul piano tecnologico”. I numeri dei partecipanti ai due webinar introduttivi sono stati lusinghieri, anche se Righetti ci tiene a precisare che “questo può far piacere a una mente poco raffinata, perché i grandi numeri fanno subito esaltare la grande risposta. Ma ricordiamoci che l’offerta va calibrata rispetto alla domanda, che per noi dev’essere coerente: il nostro obiettivo è finanziare una ventina di progetti in tutta Italia, ecco perché se arriveranno un centinaio di proposte tra le quali poi scegliere, potremo comunque vantare il successo di questa iniziativa. Questo bando non è stato pensato per coprire bisogni diffusi, ma per rispondere a necessità specifiche”.
Se le cose, a questo punto, ancora non dovessero essere chiare, meglio leggere approfonditamente il bando, reperibile al presente link.