Medaglia d’oro del Premio Europeo “Capitali europee dell’inclusione e della diversità” e Milano Civil Week fanno rima a Corbetta, comune della città metropolitana di Milano. Ad aprile, infatti, l’ente locale si è visto riconoscere dalla Commissaria per l’Uguaglianza Helena Dalli il primo posto tra le amministrazioni sotto i 50.000 abitanti, superando le spagnole Miranda de Ebro e Casares, per il suo “approccio sistematico nell’affrontare la diversità e l’inclusione e la sua partecipazione a una rete nazionale contro la discriminazione Lgbtiq”. Un premio che parla dell’impegno di un’amministrazione e che ha trovato conferma anche nel patrocinio concesso dal comune di Corbetta a Milano Civil Week, i quattro giorni di iniziative promossi dalle organizzazioni del Terzo Settore di Milano e della sua città metropolitana dal 9 al 12 maggio scorso.
Per parlare del premio europeo a Corbetta e della partecipazione del comune alla Milano Civil Week, abbiamo incontrato gli amministratori che ne sono stati fautori: il sindaco Marco Ballarini (1975), primo cittadino dal 2016, e la vicesindaca Linda Giovannini (1978).
Intervistatore: Sindaco, lo ha riconosciuto la Commissione Europea, lo ha confermato la Milano Civil Week: Corbetta è una città inclusiva. Cosa vuole dire? Cosa si fa per diventarlo? E soprattutto con chi?
Marco Ballarini (MB): Per diventare capitale europea dell’inclusione e della diversità, abbiamo partecipato all’avviso pubblico della Comunità europea. Ma prima di parteciparvi, quello di diventare una città inclusiva è un progetto che perseguiamo dal 2016, fin dal nostro primo mandato: il nostro obbiettivo era ed è costruire una città migliore per tutti, con iniziative di inclusione verso le persone con disabilità, di genere diverso, quelle in difficoltà, per violenza o per altre cause, verso gli stranieri, persone di altre razze o di altre lingue. Questo percorso lo abbiamo costruito con varie iniziative, soprattutto concrete, non solo di immagine o di parole, che, qualche mese fa, ci hanno portato a presentare la nostra candidatura alla Commissione Europea per l’inclusione.
I: È stato un processo partecipato, vero?
MB: Sì, assolutamente. Abbiamo coinvolto tante associazioni che operano sul territorio, dalle famiglie di ragazzi disabili ai gruppi impegnati per i diritti LGBT o contro la violenza sulle donne. È un percorso che abbiamo portato avanti, coinvolgendo il territorio anche su un tema come lo sport.
I: Qual è la specificità, il valore aggiunto che è stato riconosciuto dalle Istituzioni europee proprio a un comune di piccole dimensioni come Corbetta?
Linda Giovannini (LG): Credo che quello che ci è stato riconosciuto sia stato proprio la costanza del nostro impegno. Il Comune di Corbetta non è un comune grande. Nonostante questo, abbiamo portato avanti dei progetti, come diceva prima, con realtà associative, appunto con costanza, facendolo in modo concreto. Ecco, nel nostro piccolo, siamo riusciti a portare avanti dei progetti, magari anche ridotti, ma reali.
I: Un concetto fondamentale è quello della sussidiarietà, che viene citato anche in Costituzione, a cui era dedicata la Milano Civil Week, all’art 118. Come lo declinate a Corbetta?
LG: Un concetto importante, che ci ha permesso di distinguerci, è stato proprio il coinvolgimento delle associazioni e delle persone: una amministrazione da sola non può fare più di tanto. A volte mettere a disposizione delle risorse economiche non è una risposta esaustiva. Quello che noi abbiamo fatto è stato anche dare attenzione a ogni cittadino, con tutte le fragilità che possono avere le persone.
I: In quest’ottica si può inserire anche l’adesione alla MIlano Civil Week? Che impatti ha avuto sul territorio di Corbetta?
MB: Non è la prima volta che aderiamo perché la consideriamo un’occasione utile per raccontare alla cittadinanza alcune buone pratiche e alcune iniziative interessanti nel territorio. Ed è il momento dedicato alle associazioni e alle persone per promuovere il senso civico in città e nel territorio circostante, coinvolgendo anche educatori e personale scolastico. Credo che la Milano Civil Week sia un momento importante, una volta l’anno, per fermarci un attimo, per pensare a come la nostra comunità possa essere sempre più civile e accogliente.
I: Quali consigli si sente di rivolgere agli altri amministratori per rendere il proprio un comune inclusivo?
MB: Innanzitutto, deve esserci un pensiero comune alla base: la convinzione che siamo tutti uguali, che dobbiamo tutti vivere insieme e che siamo tutti membri della stessa comunità.
I: E poi concretamente che consigli si sente di rivolgere agli altri amministratori ed amministratrici?
LG: Quello che mi sento di dire è la necessità, nel concreto, di coinvolgere le realtà associative e i cittadini. È importante ascoltare i cittadini, le loro richieste e cercare di tradurle in realtà.