di Andrea Fanzago – 14 giugno 2024

Il nostro mondo tra realtà e narrazione

 Il Direttore responsabile Andrea Fanzago firma l'editoriale del nuovo numero di VDossier.

Il mondo del volontariato, come tutto il resto della realtà, si trova in una stagione di cambiamenti, notevoli e velocissimi. Questi vengono raccontati, dai dati raccolti dall’Istat o dalla narrazione che delle nostre associazioni fanno i media, nuovi e tradizionali, in un modo limitato, parziale e, per certi versi, contraddittorio.

Ci sono poi i temi, stringenti, della burocrazia, della discriminazione di genere o di una mala inclusione, in contrasto con l’impegno quotidiano delle tante associazioni che spendono il proprio agire per migliorare la qualità della vita delle persone e tutelare e preservare il bene comune.

A proposito di inclusione e contrasto alle discriminazioni una citazione particolare merita il Comune di Corbetta che ha vinto, senza clamore, il premio europeo dedicato all’inclusione, come Comune sotto i 50mila abitanti. “Il loro impegno a favore del principio dell’uguaglianza è fonte di innovazione e progresso per approdare a un’Unione dell’uguaglianza”, questa la citazione della commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli. Un premio che ha vinto la Comunità di Corbetta, ovviamente, dove pubblico e privato sociale sanno lavorare con lo stesso passo e nella stessa direzione.

In questo numero di VDossier trovate articoli che riportano esperienze diverse, da tutti i territori del Paese, ma che sono legati da un unico filo conduttore. Lo abbiamo fatto consciamente ma ci siamo sorpresi a scoprire quanto più profonda sia, nella realtà, la distanza tra la percezione che viene trasmessa dalla narrazione del volontariato e quello che noi dei Centri di servizio, vediamo, viviamo e sentiamo quotidianamente.

C’è un volontariato che sta cambiando identità e ci sono modi diversi, forme diverse per esprimersi. Anche i codici di narrativa, i codici di lettura, vedi i dati Istat, su cos’è il volontariato non riescono più a raccontare quale è la realtà del fenomeno con lenti che ormai appaiono decisamente superate. Passeremo, nelle pagine successive, dall’analisi dei numeri, crudi, dell’Istat o del Servizio civile universale, che esaminano sì una realtà che si sta contraendo ma che non perde la propria forza. La crisi delle istituzioni l’abbiamo già certificata (bassa affluenza alle urne; poca appartenenza ai partiti, ai sindacati; anche negli oratori).

Ma anche i dirigenti delle organizzazioni, ormai, hanno un background attraverso il quale analizzano il non impegno dei ragazzi, l’idea di provare a fare inclusione nei concerti, che di fatto non è più adeguato. Sono stati fatti passi avanti ma, per esempio, l’iniziativa del Concerto Che Vorrei si pone la domanda se è ancora attuale quel tipo di inclusione “tradizionale”.

Nessuno, probabilmente, immaginerebbe che il volontariato speleologico possa avere un impatto sulle nostre realtà eppure esiste anche quello. Come pure l’esperienza particolarissima del calcio popolare (in contrasto, in antitesi quasi del football milionario), nel quale piccole associazioni di cittadini interpretano esempi di solidarietà e gestione collettiva degli spazi (come ad esempio i Custodi del bello).

Il modo in cui i grandi media tradizionali, tv e quotidiani nazionali, si confrontano e raccontano il terzo settore mostra bene quanta strada abbiamo da percorrere per farci comprendere nel miglior modo. Un capitolo importante è rappresentato dalla burocrazia, che spesso rischia di strangolare la nostra capacità operativa ma che, per esempio attraverso i Pids, Piccole iniziative diffuse a carattere socio culturale, aiutano a snellire le pratiche e, da Milano, stanno facendo scuola in tutta Italia.

E di burocrazia parliamo anche nell’ampio spazio dedicato alle dipendenze. Dal fenomeno, purtroppo crescente e forse sottovalutato, del gioco d’azzardo (per il quale, finalmente, si è varato il numero verde nazionale) alla novità dei Narcotici Anonimi, gruppi di aiuto per lottare contro le droghe pesanti, per finire la cannabis medica, legale, che non è riuscita ad abbattere lo stigma. I pregiudizi e la poca conoscenza del problema e delle disposizioni colpiscono ancora i malati. Concludiamo con i casi mediatici (e qui parliamo soprattutto di nuovi media, social in primis) che procurano un danno di immagine al nostro mondo. Pochi sanno che ci sono, da tempo, rigide linee guida fissate dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Paradossalmente, come ricordava tempo fa una importantissima agenzia pubblicitaria, tutte le aziende profit inseriscono, nei propri spot, l’accento sui valori mentre il volontariato, che è tutto concentrato su quelli non riesce a rendersi riconoscibile.

Le automobili sono sempre un’esperienza di libertà, i biscotti comunicano sempre l’idea della famiglia felice, le aziende petrolifere parlano di un mondo verde ed ecologico, ma noi del volontariato facciamo fatica a essere identificati con questi valori che sono, invece, la nostra base fondante.

Assistenza malati in ospedale, le favole della buonanotte © Giancarla Lorenzini_Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti

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