di Silvia Forasassi – 30 settembre 2024

Un'alba (e dei volontari) contro lo Stigma

 Uscire dai reparti di psichiatria, fondare un'organizzazione di volontariato, portare sul palco tutte e tutti, pazienti, terapeuti, scuole e perfino assessori. Questa è la ricetta di Albeschida, compagnia teatrare e Odv sarda

Angela sale su una sedia. Inizia a recitare e sorprende il pubblico alle spalle. Anche Antonio allora improvvisa e, per la sua introduzione, decide di fare lo stesso, seguito dall’assessore. In piedi sulle poltroncine si parla di cose serie, ma l’insieme ha un ché di comico. È la magia del teatro: qui tutto può accadere, restituendo, nella sua dimensione anche folle, l’autentico, l’umano.

È uno degli spettacoli della compagnia sarda Albeschida odv, nata agli albori del secondo millennio, dalla volontà di accogliere uomini e donne con patologie psichiatriche per la costruzione di una nuova relazione con la società, oltre le etichette. Il messaggio che si cerca di lanciare è che, al di là dei problemi che ognuno può avere, si possono ancora fare cose con passione e professionalità.

“Albeschida in sardo vuole dire alba – inizia Itria Loddo, una delle attrici – per noi rappresenta un nuovo giorno. Sul paco mi sento forte, è una bella sensazione, cancello i pensieri e gestisco il malessere. Ci metto il cuore, la passione, per abbattere lo stigma. È una sfida, ma ogni volta otteniamo risultati: qui vengo guardata per quello che faccio e non per i miei problemi. È una grande lezione di vita per tutti noi”.

Sono stata nelle scuole e ho parlato di me stessa – interviene Katia Scopa, altra attrice della compagnia – ora la gente mi riconosce. Mi dicono: ‘bravissima’, ‘ha la maschera naturale del teatro, una mimica solo sua che sa creare emozioni’. Questo mi incanta”.

Katia è arrivata al teatro un po’ per caso, sollecitata da sua cugina. Amante del disegno, si è sentita subito attratta da questo mondo, ritrovando nel trucco e nei costumi i colori dell’arte di disegnare. Ha scoperto in questa esperienza nuove possibilità per esprimersi e una forza in lei prima sconosciuta, un vero tesoro di ricchezze grazie alle relazioni sbocciate che, afferma con determinazione, “voglio tenermi strette”.

Ad Albeschida la realizzazione dello spettacolo si fa proprio attraverso la relazione con il pubblico e con gli altri. Ora si sta lavorando a una partitura dedicata a Maria Lai, attrice sarda di livello internazionale. L’idea è di distribuire maschere anche al pubblico che, quindi, entrerà in scena insieme agli interpreti della compagnia. Una costruzione scenografica complessa che rende unica ogni rappresentazione.

“Siamo un’organizzazione di volontariato – spiega Antonio Cesare Gerini, attore, medico e presidente di Albeschida – iscritta al registro unico nazionale del Terzo settore. Nasciamo come volontari perché, quando nel 2000 ci siamo costituiti dentro al centro diurno del Dipartimento di salute mentale, volevamo uscire dalla logica medico/paziente. Eravamo semplicemente delle persone che si incontravano per fare qualcosa e stare insieme, mettendo in comunione interessi”.

Dentro l’attività sanitaria si è formato così qualcosa che agiva autonomamente. Nel tempo Albeschida si è sempre più staccata dal Centro di Salute Mentale. Nello spazio associativo sparisce completamente il concetto di paziente che, inevitabilmente, permane all’interno della struttura istituzionale. Un messaggio che arriva anche al pubblico che riconosce sul palco degli attori. Da qui l’aspirazione del gruppo di entrare nei circuiti teatrali classici, con la produzione di spettacoli professionali autofinanziati, proposti ogni anno non solo al mondo dello spettacolo, ma anche nelle scuole.

La relazione con gli studenti, in particolare quelli delle superiori, è molto importante infatti per i volontari che vogliono aprire un dialogo nella società che porti a un superamento dei pregiudizi e delle etichette perché, da vicino, in fondo, tutti hanno limiti, fragilità, incertezze.

“Il rapporto con i ragazzi – conclude questa chiacchierata Itria – è sempre molto positivo. Loro sono incuriositi. Riusciamo a coinvolgerli a fargli capire che noi siamo degli attori e che il resto passa in secondo piano. Veniamo fuori come persone e si crea uno scambio molto interessante”.

Uno spettacolo della Compagnia e Organizzazione di volontariato Albeschida

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