di Stefano Milia – 25 ottobre 2021

Oltre l’urna elettorale: la grande sfida della partecipazione europea

 La Conference on the Future of Europe - CoFoE, è la Conferenza sul Futuro dell’Europa che offre ai cittadini europei l’occasione di ragionare sulle sfide e le priorità dell'Europa. Potrà essere un esperimento di maggiore democrazia partecipativa?

La Conference on the Future of Europe – CoFoE, è la Conferenza sul Futuro dell’Europa che offre ai cittadini europei l’occasione di ragionare sulle sfide e le priorità dell’Europa, vuole mobilitare i cittadini, farli discutere e decidere accanto ai diplomatici e ai rappresentanti dei Governi. Iniziata il 9 maggio 2021, si concluderà nella primavera del 2022. Proposta dal presidente francese Emmanuel Macron, è stata accolta favorevolmente da Consiglio, Commissione e Parlamento europei considerandola utile e necessaria a coinvolgere i cittadini nelle scelte che l’Unione europea dovrà fare nei prossimi anni. 

Come organizzare una simile iniziativa non è scontato  e trovare un accordo su struttura e compiti della CoFoE si è rivelato complesso. Se la controversia sulla guida si è risolta con una presidenza congiunta dei tre vertici delle istituzioni UE, dipanare il disaccordo su obiettivi e risultato è stato più difficile. Gli Stati membri hanno rifiutato di esplicitare l’avvio di una fase di modifiche dei Trattati, questione che, invece, secondo il Parlamento Europeo doveva essere menzionata tra gli scenari possibili. Inoltre, il Parlamento Europeo spera che la CoFoE apra la strada all’iniziativa legislativa parlamentare e che faccia chiarezza sul sistema degli “Spitzenkandidaten”, cioè sulla modalità con cui il voto europeo possa influire sulla designazione del Presidente della Commissione. 

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha espresso il desiderio di rafforzare la democrazia europea: “La democrazia significa più che andare alle urne ogni cinque anni. Significa far sentire la propria voce e contribuire a plasmare la società”, concetto ribadito anche in occasione del lancio della “piattaforma digitale dei cittadini” allestita nell’ambito della CoFoE per consentire alle persone di “condividere idee, preoccupazioni, speranze e sogni” o “discutere opinioni diverse apertamente e senza tabù”.

Il successo della Conferenza sul futuro dell’Europa dipenderà dal riuscire a creare un ampio spazio di discussione che coinvolga effettivamente i cittadini dei 27 Stati membri, in modo che anche le loro idee siano adeguatamente incluse nelle conclusioni della CoFoE. 

Aprire questo spazio di discussione con i cittadini per affrontare le sfide e le priorità dell’Europa, di cui parla anche la “Dichiarazione comune” interistituzionale firmata il 10 marzo 2021, chiarendo il mandato operativo della CoFoE, rappresenta un obiettivo ambizioso in un’Unione composta da circa 450 milioni di abitanti: oltre alla fattibilità tecnica degli strumenti partecipativi, è necessario che i cittadini europei colgano questa opportunità di partecipazione.

Il sondaggio su scala europea, realizzato dalla Commissione e dal Parlamento (“Eurobarometro”) per la CoFoE alla fine del 2020 su un campione di 27.034 cittadini, ha rilevato che il 75% è sicuro che la Conferenza farà progredire la democrazia nell’UE, solo il 51% pensa di contribuirvi personalmente, ma più del 90% richiede che i cittadini abbiano più voce in capitolo nelle decisioni che riguardano il futuro dell’Europa.

Ci sono significative differenze tra gli intervistati dei vari Stati per quanto riguarda i soggetti che dovrebbero essere maggiormente coinvolti: gli italiani, ad esempio, ritengono che dovrebbero esserlo prevalentemente le istituzioni nazionali e i giovani, un 20% ritiene importante anche il coinvolgimento di diverse espressioni del Terzo Settore. Gli europei citano poi il rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto come la principale potenzialità dell’UE (32%), seguita dalla posizione dell’Unione come potenza economica, industriale e commerciale (30%). Spostandoci sul fronte dei temi che dovrebbero essere oggetto della CoFoE, scopriamo che per il 45% degli intervistati è il cambiamento climatico la più grande sfida per il futuro dell’UE, seguita a distanza dal terrorismo (38%) e dai rischi per la salute (37%), tema che in Italia risulta il primo per interesse. 

La CoFoE ha immaginato struttura, organi e strumenti per portare a termine il proprio obiettivo, invitando tutti gli Stati membri a immaginarsi ulteriori forme di coinvolgimento in grado di far emergere opinioni da parte delle proprie società. 

Il Comitato Esecutivo (CE) della CoFoE costituisce il punto focale per la gestione e l’organizzazione della conferenza, con il compito di raccogliere, organizzare e valutare le idee provenienti dalla piattaforma digitale. La sua composizione garantisce un equilibrio tra le tre istituzioni responsabili dell’UE, assicurando che i diversi gruppi politici del Parlamento europeo siano rappresentati e che siano coinvolti Parlamenti nazionali, altri organi dell’UE e le parti sociali. Interessante notare che i criteri adottati per la selezione non tengano conto delle nazionalità dei rappresentanti, per cui non tutti gli Stati membri hanno un proprio cittadino all’interno del CE.

I “pilastri” più innovativi e originali della Conferenza sono la “Piattaforma digitale” e “I Panel europei di cittadini“. 

Attraverso la Piattaforma digitale futureu.europa.eu i cittadini possono presentare e discutere le proprie idee relative agli argomenti proposti e condividere informazioni su eventi di loro interesse. La piattaforma include possibilità di traduzione linguistica che rende possibili i dibattiti transnazionali e dispone di algoritmi che evidenziano le idee più discusse e sostenute. Tuttavia, sebbene si siano raggiunti cinquemila utenti nei primissimi giorni dopo il lancio, in seguito il numero di partecipanti è cresciuto molto lentamente, sintomo di un basso livello di consapevolezza intorno a questo strumento e di comunicazione che dovrebbe essere intensificata e migliorata. Al momento in cui andiamo in stampa, la Cofoe ha registrato 21mila partecipanti, raccolto più di 6mila idee, dato vita a 1.673 eventi.

“I Panel europei di cittadini“ servono da interfaccia tra la piattaforma digitale e la plenaria della CoFoE. Previsti in numero totale di quattro, con una selezione casuale di duecento cittadini ciascuno, un terzo di loro tra i 16 e i 25 anni, provenienti da ogni Paese dell’UE, per discutere alcune delle idee specifiche che sono emerse dal dibattito in corso sulla piattaforma digitale. Una apposita delegazione presenterà poi i risultati alle sessioni plenarie della CoFoE. 

L’Assemblea plenaria costituisce l’elemento più solenne e visibile della CoFoE. Co-presieduta dai presidenti di Consiglio, Parlamento e Commissione, oltre a queste istituzioni riunisce rappresentanti dei Parlamenti nazionali e di altri organi consultivi dell’UE, cittadini e rappresentanti delle parti sociali e della società civile organizzata. Sono in totale 433 i componenti, piuttosto equilibrati dal punto di vista del genere. Il calendario dei lavori comprende cinque riunioni plenarie certe e una eventuale da tenersi entro la primavera del 2022.

La Dichiarazione comune dedica un passaggio importante ai temi oggetto della Conferenza: la costruzione di un continente sano, la lotta contro i cambiamenti climatici e le sfide ambientali, un’economia al servizio delle persone, l’equità sociale, l’uguaglianza e la solidarietà intergenerazionale, la trasformazione digitale dell’Europa, i diritti e valori europei, tra cui lo Stato di diritto, le sfide migratorie, la sicurezza, il ruolo dell’UE nel mondo, le fondamenta democratiche dell’Unione e come rafforzare i processi democratici che governano l’Unione europea. 

A questi si aggiungono questioni trasversali connesse alla capacità dell’UE di realizzare le priorità politiche, tra cui legiferare meglio, l’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, l’attuazione e applicazione dell’acquis e la trasparenza.

Entrando nel merito del volontariato, la CoFoE rappresenta un’opportunità per promuovere la rilevanza della democrazia partecipativa nell’UE, che, secondo molti, è ancora utilizzata in modo insoddisfacente o troppo limitato. La democrazia partecipativa è già prevista dall’articolo 11 del Trattato sull’Unione Europea, infatti, ma le frequenti consultazioni non sono state giudicate pienamente soddisfacenti. Inoltre, delle 78 “Iniziative dei cittadini europei” registrate fino ad oggi, 6 hanno raggiunto il consenso minimo richiesto e solo per 2 di loro la Commissione europea ha deciso di avviare azioni legislative.

Solleva ancora diversi dubbi la modalità con la quale le autorità locali, gli istituti di ricerca, i rappresentanti delle parti sociali ed economiche e la società civile organizzata possano più efficacemente contribuire al dibattito. Infatti, data la loro esigua presenza nell’Assemblea plenaria della CoFoE ci si chiede se non abbiano un ruolo troppo marginale. 

Come minimo sembra auspicabile migliorare il modo con cui questi enti intermedi, fondamentali tra il cittadino e le istituzioni UE, possano anche convogliare le loro proposte sulla piattaforma digitale che è strutturata in modo da non distinguere chiaramente tra le idee dei singoli cittadini o quelle scaturite dalle loro diverse forme organizzate. È pur vero che questi attori sociali dovrebbero assumersi il compito di sensibilizzare i cittadini con la promozione di iniziative dedicate e invitarli a partecipare direttamente al dibattito.

Nonostante l’alto livello di interesse per la CoFoE e il desiderio di una maggiore considerazione delle opinioni dei cittadini europei nelle decisioni sul futuro dell’Europa, le prospettive per la loro effettiva partecipazione alla Conferenza appaiono ancora tutte da verificare e la scarsa attenzione verso questo appuntamento da parte dei media, rende il tutto più complesso. 

Eppure gli interessi specifici di una grande maggioranza di organizzazioni del mondo del volontariato rientrano proprio tra le questioni e gli obiettivi trattati dalla CoFoE, appuntamento che rappresenta per questo ambito un’opportunità mai prima così chiaramente definita a livello europeo. 

I sostenitori della Conferenza sul futuro dell’Europa sperano che questa possa segnare l’inizio di una terza e importante fase, dopo la creazione della CEE nel 1957 e l’introduzione dell’Euro con il trattato di Maastricht nel 1992, del processo di integrazione europea. Allo stesso tempo, però, quest’impresa non appare priva di rischi, perché nel momento in cui le aspettative dei cittadini vengono stimolate e amplificate, può subentrare la delusione se non vengono raggiunti dei risultati concreti.

Stefano Milia è Direttore esecutivo Centro Politiche Europee (CEP-Roma)

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