A colpire è la congiuntura di tre accadimenti rilevanti per le associazioni. Nel giro di poche ore, infatti, ricorreva la Giornata Internazionale del Volontariato, che 36 anni fa l’ONU ha fissato al 5 dicembre, il Presidente della Repubblica Mattarella ha dedicato un messaggio di ringraziamento ai volontari e il Senato ha approvato un maxi-emendamento che contiene quella che è stata già definita “la tassa del volontariato”.
“Il volontariato è una straordinaria energia civile che aiuta le comunità ad affrontare le sfide del tempo e le sue difficoltà – ha affermato Sergio Mattarella nel suo messaggio – il ringraziamento più sentito ai volontari che operano in ogni parte del pianeta e per dare il giusto valore alle numerose testimonianze di umanità e di altruismo che migliorano la nostra vita, senza le quali istituzioni e ordinamenti non sarebbero in grado di garantire appieno i principi cui si ispirano”.
Proprio quest’ultimo passaggio, però, sembra essere messo a rischio dal contenuto del Decreto Fiscale approvato in Senato il 3 dicembre scorso, collegato alla Legge di Bilancio 2022 e che ora attende il voto della Camera entro il 20 dicembre 2021. Il maxi-emendamento, infatti, prevede di considerare soggette a Iva attività che fino ad ora erano state escluse e che non svolgono alcuna attività commerciale, in risposta a una sanzione comminata dall’Unione Europea nei confronti dello Stato Italiano (Procedura d’infrazione n. 2008-2010) con la quale si contestano le modalità di recepimento della soggettività passiva nell’art. 4 del D.P.R. IVA ed in particolare l’aver escluso dal campo di applicazione iva operazioni rientranti nel campo di esenzione dell’iva.
Questo significa gravare le associazioni, già colpite su vari fronti dalla pandemia, di oneri finanziari e soprattutto di una complessità di gestione delle attività derivanti tali da mettere a rischio l’attività delle associazioni più piccole, creando difficoltà anche a quelle più grandi.
“La norma stravolgerebbe il Terzo Settore – dichiara Massimo Cortesi, presidente di Arci Lombardia – equiparando le organizzazioni di volontariato ad aziende profit, rischiando di far abbassare la saracinesca a molte associazioni, con pesanti ricadute sui cittadini che perderebbero molti servizi essenziali, e quindi determinando una perdita per la collettività. Questo emendamento – spiega Cortesi – obbliga ad adempiere tutte quelle pratiche burocratiche della gestione dell’Iva, uno sforzo incredibile in termini di dispendio e anche competenze per realtà che non movimentano dei costi, se non in maniera minimale. La macchina gestionale può arrivare a impegnare migliaia di euro”.
La richiesta del Terzo Settore è di concertare una soluzione e di portare a compimento la Riforma, completando anche la parte relativa alle questioni fiscali. “Lavorare insieme permetterebbe di arrivare a soluzioni di valore – prosegue Massimo Cortesi – non certo procedere per emendamenti”.
Stesso rilievo fa Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, l’associazione nazionale dei Centri di servizio per il volontariato: “Basta emendamenti dell’ultima ora – dichiara in una nota – serve confronto sulle decisioni. Non è più accettabile che con emendamenti dell’ultima ora si colpisca un mondo così importante per la tenuta sociale del nostro Paese senza che ci sia stata alcuna interlocuzione sui provvedimenti”.
Ora l’appello è alle forze politiche, che “con voci soliste sembra si stiano già muovendo” riferisce Massimo Cortesi, perché si adoperino per trovare una soluzione che eviti di costringere il Terzo settore ad ulteriori costosi obblighi adempimentali, “ma soprattutto – conclude Chiara Tommasini – ci auguriamo che le stesse forze politiche e le istituzioni a tutti i livelli comprendano il senso dell’azione del Terzo settore e, in linea anche con le parole del Capo dello Stato, sappiano coinvolgerlo, tramite le sue rappresentanze nazionali, in opportune interlocuzioni prima di procedere a decisioni che impattano in modo così forte sulla sua operatività”.