Mettere in campo azioni simboliche coordinate sul territorio con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti dei cambiamenti climatici in corso. È da queste premesse che prende le mosse la quarta edizione della campagna “Climbing for Climate” nata dalla collaborazione tra CAI (Club Alpino Italiano) e RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile).
Tra luglio e ottobre sono state organizzate 25 diverse iniziative in 16 regioni che hanno visto l’adesione di ben 43 atenei per un totale di 1300 persone coinvolte, tra studenti, docenti, ricercatori, giornalisti e volontari. Una serie di esperienze a contatto con la natura che hanno consentito ai partecipanti di toccare con mano i fenomeni in atto sotto la guida di esperti del settore.
Così, il 1° settembre oltre 50 persone hanno partecipato all’escursione nei boschi della Val Saisera, in Friuli Venezia Giulia, alle pendici della parete nord dello Jôf di Montasio dove resiste l’unico ghiacciaio della regione, il più basso di quota dell’intero arco alpino meridionale. Tra i presenti gli alpinisti testimonial della “Carovana dei ghiacciai” di Legambiente, campagna itinerante che monitora lo stato di salute dei ghiacciai alpini, insieme a Federico Cazorzi dell’Università di Udine, che ha illustrato l’evoluzione della massa, il cui volume ha subito una riduzione del 75% in cento anni.
Lo scorso 24 settembre l’Università dell’Insubria ha aderito a un’escursione nel Parco regionale del Campo dei Fiori in cui sono stati illustrati gli effetti della tempesta Vaia dell’ottobre 2018: un’occasione per scoprire direttamente gli effetti degli eventi estremi conseguenti al cambiamento climatico quali la perdita di biodiversità e i rischi per la popolazione esposta ai disastri idrogeologici.
La settimana successiva, il 1° ottobre, nel tredicesimo anniversario dell’alluvione di Giampilieri, l’Università degli Studi di Messina ha scelto di organizzare un’iniziativa proprio in una data e in un luogo simbolo, teatro di una delle troppe calamità ambientali che hanno colpito il nostro Paese. Grazie al lavoro del gruppo di ricerca in Biofisica e Struttura della Materia coordinato dal professore Salvatore Magazù, sono stati mostrati dal vivo modelli meteo-climatici a scala limitata per la previsione di eventi meteorologici estremi e simulazioni che evidenziano gli effetti conseguenti a un aumento globale della temperatura; è seguita un’escursione scientifica guidata nel comprensorio interessato dall’evento del 2009, a cui hanno preso parte anche i cittadini attivi nei comitati nati a seguito della tragedia.
A Perugia l’Università per Stranieri e il CAI dell’Umbria hanno scelto l’acqua come filo conduttore della loro iniziativa che si è svolta il 5 ottobre. Un’escursione urbana tra sorgenti, pozzi, antichi tracciati di acquedotti, terme romane, per ricostruire i diversi modelli di sviluppo della società e le tracce dei cambiamenti sociali, economici e climatici. Una lettura del passato e del presente della città per elaborare una visione di futuro all’insegna della sostenibilità e del rispetto degli obiettivi riportati nell’agenda 2030 dell’ONU.
Non sono che alcuni esempi delle tante iniziative in cui si è concretizzata una virtuosa cooperazione che in quattro anni ha visto un’adesione e un interesse sempre crescente. Mario Vaccarella, Responsabile ambiente del CAI, ha dichiarato che “la collaborazione qualificata con le università è un aspetto significativo dell’impegno del Club Alpino Italiano per i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale, indirizzato alla formazione delle nuove classi dirigenti, che può consentire un’azione incisiva nei confronti dei portatori di interesse ambientale, come potranno essere gli studenti coinvolti”.